venerdì 11 gennaio 2013

RIPRENDIAMOCI LE TERME


DOMENICA 13 GENNAIO ore 10.30

INGRESSO EX TERME INPS


La passeggiata-dibattito che si terrà domenica 13 gennaio con inizio dai cancelli dello stabilimento ex Terme Inps, è solo una risposta indignata del popolo viterbese, al silenzio e al disinteresse delle istituzioni verso il nostro comparto termale. 
Un episodio importante da ricordare avvenne nel 1993, quando la Soc. S.G.T. oggi Terme dei Papi (senza alcuna autorizzazione regionale) riperforava il “pozzetto” creando una ferita profonda nel “sistema”  provocando variazioni di portata negative su tutte le sorgenti. Nel particolare i pozzi Gigliola e Uliveto delle Terme dei Lavoratori si prosciugarono completamente...
 
Infatti, ancora oggi le Terme ex Inps non hanno una goccia di acqua termale.
Il “pozzetto” che erogava circa 4 litri al secondo, dopo questa operazione, passò a circa 25 litri al secondo. In virtù di questa riperforazione, le Terme dei Papi da 14 litri al secondo, pattuiti nel contratto stipulato con il Comune di Viterbo, (secondo i dati prodotti da Giuseppe Pagano), usufruirono da un minimo di 37 lt/s ad un massimo di 43 lt/s. Fatto un calcolo approssimativo delle quantità di acqua termale prelevate in più, in venti anni (1993-2013) si arriva a circa 14 miliardi di litri prelevati, a danno dell’erario e del popolo viterbese che ha visto le pozze a ridosso della “Callara” sempre asciutte, fino alla fine del 2010. Quando fu deciso di chiudere le Terme Inps, in tanti chiesero di riconvertire quello stabilimento (che nel 1970 dava lavoro a circa 200 persone, tra fissi e stagionali, e godeva di un parco di ben 5.000 clienti) in una struttura pubblico-privata. Così fu fatto per gli altri 4 stabilimenti operanti in Italia, ma a Viterbo dissero no. Per la cronaca collegata alla storia, il sindaco che sedeva a Palazzo dei Priori era Giuseppe Fioroni e l’assessore al termalismo era Giuseppe Genovese. A Roma “imperava” il divo Giulio Andreotti, un politico molto importante che era anche apprezzato e ascoltato da molti viterbesi.
Adesso il Comune deve lavorare per riaprire le Terme ex Inps, ma è necessario restituire l’acqua ai pozzi Gigliola e Uliveto e questo si può fare solo riducendo la portata del “pozzetto” a 4 litri al secondo, così come era prima della riperforazione.
Noi pretendiamo che il Comune, con il sindaco in prima persona, al momento del rinnovo della sub-concessione con le Terme dei Papi, metta come prima e ineludibile clausola la limitazione della saracinesca del “pozzetto” a 4 litri al secondo, per fare ritornare acqua ai pozzi Gigliola e Uliveto, così come dimostrato dal Prof. Vincenzo Piscopo. Inoltre pretendiamo che nel nuovo contratto ci sia una clausola che preveda ingressi con prezzi di favore per i viterbesi.
Sia chiaro che noi non vogliamo la chiusura di nessuna struttura, anzi al contrario vogliamo l’apertura di tante nuove strutture (Terme ex Inps, Free Time, Zitelle, ex Oasi Hotel, Terme del Bacucco, Campo Termale del Bagnaccio). Chiediamo però contratti chiari per tutti e la realizzazione della agognata Città Termale di Viterbo. Solo così daremo impulso al turismo e all’occupazione senza alcun tipo di inquinamento dell’ambiente. Altro che aeroporto!

Giovanni Faperdue  presidente ass. “Il Bullicame”, ass. “Solidarietà Cittadina”,  ass. “Insieme per Viterbo Democratica”,  PRC-FDS

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